Sincretismo

La terra, la pietra, il ferro, il legno: che meraviglia!

Quanto mi sarebbe piaciuto costruire barche di legno! Chissà, forse la falegnameria, a quel tempo, era la mia più esplicita vocazione, ma sarebbe servito un cantiere, un laboratorio bene attrezzato, un sacco di cose, troppe purtroppo, tra le altre una pragmatica mentalità imprenditoriale e, alla fine, sarebbe diventato un lavoro seriale a discapito della mia elementare, primordiale passione, la mia mistica passione per il gioco dell’inventare.

Più semplice comprare tre tubetti di colore e una tela e senza perdere tempo partire, con la fantasia, per l’isola che non c’è.

“Tutto subito” era lo slogan di quegli anni di sconvolgimenti sociali e di speranze: era il “68”, sognavamo la California, vestiti da figli dei fiori.

Dipingere è stata la mia professione, ho imparato da autodidatta questo intuitivo, affascinante mestiere d’artista e, come hobbies, tutto il resto, facendo esperienza che qualsiasi lavoro, fatto bene, insegna a fare bene tutti gli altri, perché esiste una logica trasversale che accomuna ogni linguaggio e ogni disciplina, si chiama Sapienza: un dono che si guadagna con la fatica e il saper dire grazie.